Keto Diet e Sport di Endurance

6 Giu, 2020 | Nutrizione e Benessere

Le diete a basso contenuto di carboidrati, ad alto contenuto di grassi inducono nell’organismo uno stato di Chetosi dovuto alla formazione nell’organismo dei Corpi Chetonici (  Acetone, Acetoacetato e Betaidrossibutirrato) che diventano la fonte di energia primaria sfruttata dall’organismo in sostituzione  all’utilizzo soprattutto dei Carboidrati come prima fonte di Energia.
Le  Diete Chetogeniche   sono sempre più utilizzate dagli atleti per migliorare la composizione corporea, in particolare si pongono come obiettivo la diminuzione della massa grassa con mantenimento o aumento della massa magra mentre per quanto riguarda la performance non non esistono ancora dati univoci in letteratura sulle efficacia di un approccio chetogenico nel miglioramento della prestazione sia per quanto riguarda gli sport di controresistenza sia per quanto riguarda gli sport di velocità che di endurance o gli sport di squadra di calcio, volley, basket dove casomai vale al momento la sua applicazione in atleti singoli in eccesso di massa grassa .
Un altro aspetto da tenere presente e che, spesso, viene trascurato dagli studi è l’impatto psicosociale di queste strategie nutrizionali sulla vita degli atleti che vivono in un ambiente dove da sempre i carboidrati hanno rappresentato e rappresentano i carburante somministrato dai nutrizionisti e preferito (anche per questioni di gusto) dai ragazzi , per non dire poi che un regime del genere ad esempio in Italia può impattare negativamente sulla vita relazionale in quanto ristoranti e locali non sempre favoriscono nelle scelte chi segue un Regime Keto-Adapted.
Uno studio condotto in nuova Zelanda ha cercato di analizzare gli effetti di una dieta chetogenica sia sulla composizione corporea (rapporto Massa Grassa / Massa Magra ) che sulla prestazione in atleti di endurance e di esaminare gli effetti psicologici e di “adattamento” degli atleti a questo nuovo regime nutrizionale seguito per un periodo di 10 settimane .
Lo studio ha  valutato  cinque atleti praticanti sport di endurance della Nuova Zelanda (4 femmine, 1 maschio) che hanno seguito un regime  dietetico chetogenico di 10 settimane.
Gli atleti erano fortemente motivati a modificare le proprie abitudini alimentari e praticanti sport di endurance ad alto livello da almeno 5 aa ,  Tutti i partecipanti erano non fumatori, sani e senza una storia positiva per infortuni secondo un questionario di screening sanitario e non seguivano una dieta a basso contenuto di carboidrati inferiore al 45% dell’apporto energetico totale).Gli atleti manifestavano una certa curiosità riguardo all’efficacia della dieta chetogenica sulla loro composizione corporea e sulla performance,  nessuno di loro aveva  avuto alcuna precedente esperienza o informazione  su diete a basso contenuto di carboidrati o chetogeniche prima di questo studio.
La composizione corporea veniva valutata con la plicometria  (somma di 8 pliche), gli indicatori di prestazione cardiorespiratoria comprendevano la stima della  VO2 max, il tempo di esaurimento dello sforzo, la  soglia ventilatoria  con misurazioni basali e alla 10 settimana .Secondo i risultati dello studio tutti gli atleti manifestavano  la loro capacità di utilizzare il grasso come fonte di carburante, anche a intensità di esercizio più elevate. Il peso corporeo medio era  stato ridotto di circa 4 kg in tutti gli atleti,  con diminuzione della massa grassa misurata con la plicometria .
Per quanto riguarda i parametri di performance pur se la capacità cardiorespiratoria mostrava indici di miglioramento non si avevano altre modificazioni positive e significative sulla capacità prestativa .
Per quanto riguarda le sensazioni degli atleti esse erano più positive che negative , gli atleti infatti riferivano un miglior senso di salute generale e benessere ,  la maggior parte delle esperienze negative erano legate alla ad un maggiore senso di stanchezza  sperimentate nelle prime settimane dell’intervento, e una sensazione di perdita di forza e potenza  riferita  nelle ultime settimane.Da sottolineare però che ogni atleta riferiva  un miglioramento dei seguenti parametri soggettivi come un  miglioramento del benessere, un miglioramento del recupero, un miglioramento delle condizioni della pelle e una riduzione delle sensazioni negative relative allo stato infiammatorio dovuto allo sforzo prodotto (DOMS) .
In conclusione,  nonostante gli atleti non avessero avuto miglioramenti sulla capacità prestative ,alcuni effetti collaterali legati al nuovo stile alimentare (cefalea nei primi giorni, stipsi) essi erano desiderosi di proseguire  uno stile alimentare a basso contenuto di carboidrati con aumento della quota calorica derivante dai grassi e in piccola parte dalla proteine per i numerosi effetti positivi sul loro stato di salute

  • Le diete chetogeniche nello sport come spesso succede in questo campo stanno diventando una “moda” come in passato è successo per altri stili alimentari
  • Queste diete in realtà devono essere ben strutturate , seguite da un team multidisciplinare che comprenda una figura medica come responsabile , strutturate sulla tipologia di sport e sugli obiettivi che vengono prefissati.
  • Se l’obiettivo è diminuire la massa grassa esse hanno un razionale di applicazione se correlate al training che l’atleta sta eseguendo e possono essere “integrate” con i normali integratori sportivi dalle whey protein alla creatina alla betalanina
  • Se l’obiettivo è la performance il discorso cambia perché in questo caso l’aumento dell’intensità dello sforzo non necessita solo di un approccio di aumento calorico ma anche di cambiamento dei macronutrienti e in questi casi l’utilizzo dei carboidrati va tenuto in debita considerazione magati assunti subito prima e durante lo sforzo.

Bibliografia essenziale

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